La formula del successo di WeCare: l’attenzione verso i collaboratori

È nato a partire da un’esigenza, hanno continuato a portarlo avanti e i dipendenti sembrano apprezzarlo moltissimo.

Lo smart working rappresenta sicuramente una sfida: maggiore libertà ma anche maggiore responsabilizzazione.
WeCare – una start up nata nel 2013 dall’incontro di Riccardo Zanini, imprenditore, con Filippo Scorza, bioingegnere e industrial designer – ha sposato questa nuova organizzazione del lavoro, aggiudicandosi l’8 marzo scorso il terzo premio Welfare Index PMI per il settore Servizi e Commercio.

WeCare WIPMI
Filippo Scorza e Riccardo Zanini

Zanini e Scorza hanno ideato insieme, fino a lanciarlo sul mercato Amyko, un sistema composto da un archivio privato (private Cloud) e un braccialetto dotato di tecnologia NFC in grado di comunicare con smartphone e tablet. Avrai sempre al polso tutte le informazioni di prima necessità e lo stato di salute visualizzabili in tempo reale in caso di bisogno da un soccorritore o un familiare sul display dello smartphone.

Amyko bracciale

Si tratta insomma di un sistema che consente di archiviare dati personali sullo stato di salute che grazie ad un bracciale anallergico e privo di batteria, garantisce più sicurezza e serenità quando si è fuori casa – dal codice fiscale, al gruppo sanguigno fino ad eventuali intolleranze, patologie o allergie – per visualizzarli in maniera immediata in caso di bisogno.

La formula del successo sembra risiedere anche nell’attenzione per i propri collaboratori. Ha spiegato Zanini: “I nostri collaboratori possono gestire scadenze e obiettivi senza la pressione di un ufficio fisso, del traffico per doverci arrivare o di orari prestabiliti, spesso e volentieri infatti lavoriamo in remoto: ci serve solo una connessione internet e possiamo confrontarci ovunque ci troviamo”.

All’inizio per i due fondatori si è trattato di un’esigenza: “Filippo – ha commentato Zanini – abita a Genova, mentre io a Brescia. C’era quindi l’esigenza concreta di trovare una modalità di lavoro dinamica ma ci siamo poi accorti del valore aggiunto di questo modello organizzativo perché nel momento in cui una persona si sente responsabile del proprio operato, diventa più motivata e dunque anche più produttiva”.

Oggi infatti WeCare ha una sede operativa a Milano, la produttiva a Brescia e quella amministrativo/legale a Genova; tuttavia la presenza in ufficio dei collaboratori è richiesta solo lunedì e martedì per organizzare gli obiettivi lavorativi di ciascuno.

Il benessere dei nostri collaboratori e il loro grado di soddisfazione all’interno del team di lavoro – ha aggiunto Zanini – è il fulcro della nostra filosofia manageriale: ogni nostro collaboratore ha una vita personale intorno alla quale ruotano affetti, interessi, crescita e sviluppo personale e noi cerchiamo di valorizzare tutto questo perché siamo convinti crei valore aggiunto per il prodotto finale”.

Anche i collaboratori della start up sembrano apprezzare il modello organizzativo.

“Lavoro con loro da gennaio – spiega Giulia Mondello Social Media Manager – per mesi ci siamo conosciuti e parlati solo via internet, questo però non ha impedito a Riccardo e a Filippo di darmi fiducia, né ha impedito a me di lavorare con motivazione e serietà”.
“Lavorare alla WeCare – ha proseguito Giulia – vuol dire essere in grado di riconoscere i propri limiti, saperli esplorare senza vergognarsene, e aver tanta, ma tanta, voglia di crescere e di fare. Perché – ha concluso Giulia – al centro non c’è il lavoro per il lavoro, ma la responsabilità di cui ognuno di noi dovrebbe farsi carico in ogni azione che compie ed è così, nel confronto e nel reciproco rispetto, che il lavoro diventa piacevole”.

Gabriele Guerceri, Responsabile customer care e back office alla WeCare ha dichiarato : “Lavorare da casa permette di svolgere le proprie mansioni anche al di fuori dei canonici orari di ufficio, si è insomma liberi di organizzare la propria giornata e la propria settimana, per questo non pesa dedicare alcune ore del proprio week-end ad un obiettivo condiviso con tutta l’azienda, sento infatti di avere la fiducia non solo dei miei datori di lavoro ma anche dei miei colleghi”.