Le aree di azione del welfare aziendale: tendenze in atto e opportunità per le PMI

La perdurante crisi sociale ed economica, a cui assistiamo oggi in Italia, costringe la maggior parte delle aziende a rivedere i propri costi e a tagliare molti servizi. In quest’ottica, le aziende più accorte, per non essere costrette a drastici tagli del personale, cercano strade alternative per coniugare una politica di riduzione dei costi con il benessere dei propri dipendenti.

Una di queste strade è sicuramente quella del welfare aziendale, rappresentato da quell’insieme di incentivi e servizi che l’impresa fornisce ai propri dipendenti per migliorare la qualità delle loro vite e garantire, al tempo stesso, un incremento della produttività aziendale.

Le iniziative che le aziende possono intraprendere in termini di welfare aziendale possono riguardare diverse aree d’azione, mappate nel Rapporto Welfare Index PMI. Nell’edizione 2017 la ricerca ne individua 12.

1. PREVIDENZA INTEGRATIVA
È uno strumento tramite il quale i lavoratori, attraverso un’autonoma scelta individuale, decidono di effettuare un investimento sul proprio futuro pensionistico. Nel settore privato, tale forma di welfare è divenuta una forma di gratificazione particolarmente appetibile, soprattutto in periodi di contenimento delle politiche salariali e di bassa inflazione.

Essa prevede: contributi aggiuntivi al fondo pensione nazionale di categoria; assicurazioni previdenziali o fondi aziendali di previdenza complementare. Il vantaggio della previdenza complementare si concretizza nella possibilità di godere di un particolare favore fiscale, vale a dire della deducibilità dal reddito complessivo dei contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro alle forme di previdenza complementare.

2. SANITÀ INTEGRATIVA
Gli interventi di welfare aziendale per quanto concerne l’area della sanità integrativa si concretizzano in due tipologie differenti di istituti: le assicurazioni sanitarie commerciali e i fondi sanitari integrativi. I primi operano sulla base di principi attuariali, secondo i quali i premi sono fondati su stime probabilistiche relative alle frequenze e al costo dei sinistri; i secondi invece si configurano come forme di mutualità volontaria di natura integrativa rispetto al Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Molte aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti programmi di assicurazione sanitaria integrativa. Talvolta, al dipendente viene offerta la possibilità di estendere la copertura sanitaria anche ai propri familiari (coniuge, convivente, eventuali figli) dietro pagamento di una piccola quota. Le prestazioni offerte da questi programmi possono comprendere la copertura di differenti tipologie di prestazioni mediche. Tra le pratiche di welfare implementate dalle imprese, l’assistenza sanitaria integrativa è quella che maggiormente viene riconosciuta dagli utenti e che permette più di tutte il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

3. SERVIZIO DI ASSISTENZA
Gli impegni di cura verso gli anziani e i figli sono, per i lavoratori e soprattutto per le lavoratrici, compiti gravosi che pregiudicano la possibilità di dedicarsi serenamente al lavoro. I servizi di assistenza, intesi nell’ottica del welfare aziendale, da una parte, permettono di ottenere vantaggi economici dall’accesso a servizi agevolati acquistati dall’azienda e, dall’altra, assolvono alla conciliazione famiglia-lavoro, mettendo a disposizione dei lavoratori servizi e personale in grado di completare/integrare la cura delle persone che ne hanno bisogno.

4. ASSICURAZIONE PER I DIPENDENTI E LE FAMIGLIE
In tema assicurativo particolare rilievo viene dato alla scelta del legislatore di prevedere, nell’ambito dei servizi esclusi dalla tassazione, quelli destinati al supporto dei dipendenti e dei loro familiari in caso di incidenti o patologie che possano renderli non autosufficienti.

5. CONCILIAZIONE VITA LAVORO E PARI OPPORTUNITÀ
Tra gli strumenti a disposizione delle imprese, assume particolare rilevanza quello della conciliazione tra i tempi della vita privata e quelli della vita lavorativa. Affinché il lavoro professionale diventi un’opportunità per tutti, le soluzioni sono da ricercare a livelli differenti: a livello privato, riequilibrando il carico familiare all’interno della coppia; a livello aziendale, attraverso un incontro tra le esigenze dell’impresa e quelle dei lavoratori; infine, a livello pubblico, mediante il sostegno, la diffusione e la qualificazione dei servizi pubblici.

Il diritto a un equilibrio tra famiglia e lavoro costituisce elemento fondamentale della qualità del lavoro. L’aumento del numero delle donne che lavorano e delle famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano prevedono la necessità di trovare soluzioni legate alla cura dei figli o dei genitori anziani. Motivare un dipendente non significa però soltanto riconoscergli benefici monetari, ma anche permettergli di vivere la propria vita, di godersi la propria famiglia, di non aver paura di una sostituzione in caso di gravidanza.

Nella pratica, dunque, occorre tutta una serie di programmi volti a supportare i lavoratori nel conciliare tempi di vita e tempi di lavoro. Al fine di sviluppare determinate misure d’intervento, un’impresa può agire su quattro leve, tra loro complementari: organizzazione del lavoro, cultura aziendale, sistema di retribuzione, servizi aziendali.

Per conciliare vita lavorativa e privata, il welfare aziendale punta a sostenere una serie di servizi quali: servizi per il disbrigo di pratiche burocratiche; scuole materne, centri gioco, doposcuola; convenzioni con centri sportivi, ricreativi, culturali; trasporto aziendale e convenzioni con trasporto locale; iniziative aziendali nell’ambito di sport, cultura e tempo libero.

6. SOSTEGNO ECONOMICO AI DIPENDENTI E ALLE FAMIGLIE
Questo si sostanzia in una serie di misure quali: alloggi gratuiti o a prezzi agevolati; rimborso dell’abbonamento a mezzi pubblici; soggiorni estivi e colonie per i figli; mensa aziendale; convenzioni con mense e ristoranti; buoni pasto; prestiti agevolati, microcredito, garanzie per mutui; convenzioni e facilitazioni per l’acquisto di beni di consumo; iniziative di contrasto all’abbandono scolastico.

7. FORMAZIONE AI DIPENDENTI
Il capitale umano dell’azienda rappresenta un fattore essenziale per la sua competitività nel futuro. L’attivazione di diversi canali di formazione, l’aggiornamento continuo, lo sviluppo delle competenze permette all’impresa di evitare la stagnazione delle abilità dei propri collaboratori. Tra i vari strumenti che possono essere utilizzati, ci sono:

    • Corsi di formazione: la formazione del dipendente oltre gli obblighi di legge è una parte consistente della responsabilità sociale d’impresa e del welfare aziendale per lo sviluppo e l’innovazione del capitale umano. Non si tratta esclusivamente di mettere a disposizione progetti formativi tecnici aderenti allo sviluppo personale, ma può anche riguardare lo sviluppo di altre competenze gestionali e relazionali;
    • Congedi formativi: tra gli strumenti maggiormente utilizzati per agevolare lo studio e la specializzazione dei dipendenti, possono essere previsti brevi permessi o veri e propri congedi per tempi più lunghi;
    • Borse di specializzazione: alcune aziende prevedono borse di studio finalizzate a sostenere e a favorire il percorso formativo dei dipendenti.

8. SOSTEGNO ALL’ISTRUZIONE DI FIGLI E FAMILIARI
Nell’ambito di questa misura sono previsti: viaggi di studio all’estero; sostegno alla frequenza di corsi di laurea e master; formazione linguistica; orientamento scolastico e professionale; rimborso dei libri di testo; riconoscimenti al merito scolastico dei figli.

9. CULTURA, RICREAZIONE E TEMPO LIBERO
Per una buona pratica di welfare aziendale, rilievo particolare va dato alla cultura, alla ricreazione, al tempo libero. Possono essere implementate varie attività, come ad esempio ingressi a tariffa agevolata a cinema e a teatri. Oppure si può prevedere la costruzione di una biblioteca aziendale, che non rappresenta di per sé un impegno gravoso anche per una piccola o media impresa, dal momento che gli spazi dedicati possono essere anche limitati a qualche scaffale a muro e i libri possono essere scelti e messi a disposizione dalle biblioteche personali dai dipendenti stessi.

Alcune imprese hanno realizzato al proprio interno spazi dedicati al relax temporaneo. Può trattarsi di una semplice stanza con riviste, giochi, computer, stanze per concentrarsi, palestre con attrezzature per permettere ai dipendenti di praticare esercizio fisico, durante la pausa pranzo. Momenti di difficoltà personale, i disagi e le insoddisfazioni possono influire sulle prestazioni lavorative e sul clima di lavoro in ufficio o in un reparto. Un punto d’ascolto interno attraverso la gestione di un processo di counselling è uno spazio dedicato ad ascoltare e sostenere il personale che ne fa richiesta, siano essi manager, impiegati, mamme in rientro dal congedo, operai. Possono essere svolti momenti di ascolto periodico anche con questionari anonimi o focus group per reparti con l’obiettivo di anticipare problemi e trovare soluzioni condivise.

10. SOSTEGNO AI SOGGETTI DEBOLI E INTEGRAZIONE SOCIALE
Possono essere previste: iniziative per favorire l’inserimento dei disabili; iniziative per favorire l’inserimento di altri soggetti deboli (ad es. ex detenuti); formazione linguistica per gli immigrati; mediazione culturale; sostegni per l’abitazione; assistenza per pratiche burocratiche.

11. SICUREZZA E PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI
Una pratica di welfare aziendale non può prescindere dalla pratica di: codici di comportamento per la sicurezza; attività informative e educative per la prevenzione; certificazioni volontarie della sicurezza.

12. WELFARE ALLARGATO AL TERRITORIO
Infine, le buone pratiche di welfare possono essere estese al territorio in cui l’azienda è inserita, in particolare in materia di: case e alloggi; trasporti; scuole e asili nido; eventi culturali e ricreativi; contributo e supporto a iniziative di volontariato.

Per le aziende mettere in pratica misure relative a queste aree presuppone il raggiungimento di consistenti benefici non solo per i dipendenti ma anche per l’impresa stessa. L’obiettivo primario rimane il benessere organizzativo, che si traduce in un reale miglioramento del clima aziendale e che permette di innalzare il grado di soddisfazione e di permanenza aziendale.

Si investe per realizzare un sistema di welfare aziendale avanzato e innovativo che permetta alle persone di approcciarsi al lavoro per ottenere una realizzazione professionale ma anche personale. La condivisione degli obiettivi, l’essere riconosciuti per il proprio operato, instaurare buoni rapporti con i superiori e con i colleghi sono elementi che creano benessere personale, da cui scaturisce in automatico benessere organizzativo.

Occorre infine stabilire un percorso strutturato di monitoraggio, misurazione e valutazione del sistema di welfare, che consenta di identificare i punti di forza e i punti di debolezza di ciascuna iniziativa, per affermare l’impresa e soddisfare il lavoratore.

PROF. MARCO MENEGUZZO
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”