Focus Rapporto 2017 – L’agricoltura sociale

Un settore la cui missione è utilizzare il lavoro agricolo per promuovere l’inclusione dei soggetti deboli, la salute e il benessere delle persone.

L’agricoltura sociale è un settore della nostra economia costituito da organizzazioni di diversa natura giuridica finalizzate a coniugare il lavoro agricolo con la promozione del benessere fisico, mentale e sociale delle persone, e in particolar modo delle persone svantaggiate, sostenendone l’inserimento lavorativo e l’integrazione sociale.

L’indagine, attuata con la collaborazione della Rete Fattorie Sociali, ha coinvolto 67 organizzazioni di tutte le aree geografiche e di diverse dimensioni. Molte organizzazioni hanno avviato l’attività di agricoltura sociale molto recentemente, negli ultimi tre anni (42,6%). È tuttavia significativa anche la presenza di attività storiche: 26% da oltre 10 anni.

Le strutture dell’agricoltura sociale agiscono sia direttamente sia in collaborazione con altre realtà di diversi tipi: associazioni (35,3%), cooperative sociali (41,2%), istituzioni pubbliche (26,5%), aziende agricole (22,1%), e inoltre altri soggetti come istituti di riabilitazione, istituzioni religiose, associazioni di volontariato, associazioni imprenditoriali… Le attività dell’agricoltura sociale sono molteplici. Le abbiamo raggruppate in quattro aree:

• l’inserimento nel lavoro e l’inclusione sociale attraverso il lavoro (area in cui sono impegnate il 69,1% delle organizzazioni esaminate);

• le attività educative e ludico-ricreative (66,2%);

• i servizi socio-assistenziali (58,8%);

• i servizi socio-sanitari (38,2%).

Solamente il 19% delle organizzazioni sono specializzate in una sola area di attività. Le altre sono impegnate in più di una, e il 14,7% in tutte le aree. I profili di persone svantaggiate a cui l’agricoltura sociale offre supporto e opportunità di inclusione spaziano dalle disabilità mentali e fisiche al disagio minorile e degli anziani, all’alcolismo e la tossicodipendenza. Inoltre viene offerto supporto agli immigrati e rifugiati, ai disoccupati di lungo termine, ai detenuti ed ex detenuti, alle vittime di abusi. Le persone vengono impiegate sia nel lavoro agricolo sia in attività connesse all’agricoltura, dall’ospitalità e ristorazione alla formazione. Il 31% delle organizzazioni sono impegnate nell’inserimento lavorativo degli immigrati e nell’integrazione sociale dei lavoratori extracomunitari, con attività di sostegno alla ricerca e al mantenimento di abitazioni, formazione linguistica, mediazione culturale, assistenza per le pratiche burocratiche, e altre attività formative, sportive, culturali. L’agricoltura sociale è per propria natura e per tradizione attiva nel contesto locale.

Le organizzazioni che ne fanno parte attuano numerose iniziative aperte al territorio: soprattutto eventi culturali e ricreativi, e inoltre azioni di supporto al volontariato, centri culturali e ricreativi, scuole e asili nido, case e alloggi, trasporti.