Le misure di welfare aziendale riscuotono più successo del tradizionale premio in denaro!

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha aggiornato alla data del 15 settembre 2016 i dati relativi ai contratti territoriali e aziendali istitutivi dei premi di produttività convertibili in servizi di Welfare per i quali è obbligatorio l’invio telematico.

In particolare alla data del 14 settembre 2016 sono stati depositati 15.078 accordi di cui 11.003 sono stati sottoscritti nel 2015 e 4.075 nei primi mesi del 2016. Più nel dettaglio, l’83% è di tipo aziendale, mentre il 17% di tipo territoriale; le regioni più coinvolte sono la Lombardia (28% del totale), l’Emilia Romagna (17%) e il Veneto (14%).

Dei 15.078 contratti depositati 2.626 prevedono misure di welfare aziendale, ovvero il 17% del totale. Il dato però più interessante è che con riferimento al solo anno 2016 la percentuale sale incredibilmente al 65% di quelli sottoscritti. Questo è un risultato di gran lunga migliore rispetto alle più rosee aspettative e, tenuto conto che la riforma fiscale del welfare aziendale è in vigore dal primo gennaio di quest’anno, la maggior parte di questi accordi è senz’altro stato negoziato a partire dai primi mesi dell’anno. Tradotto: le misure di welfare aziendale riscuotono più successo del tradizionale premio in denaro!

Il Ministero rileva che negli accordi trova spazio un ampio pacchetto di servizi che vanno dall’assistenza sanitaria alla previdenza, dalla gestione del tempo alla ristorazione.

Un’ulteriore spinta al Welfare aziendale potrebbe arrivare anche dalle misure allo studio del Governo per il 2017: da una parte è previsto l’incremento della somma individuale detassabile dei premi di risultato (da 2.000 a 3.000 euro), nonché l’allargamento della platea dei beneficiari con lo spostamento verso l’alto del limite di reddito per avere la tassazione agevolata (da 50.000 a 80.000 euro lordi annui); dall’altro, in caso di conversione del premio di risultato in servizi per sanità e previdenza integrativa non scatterebbero i limiti di deducibilità attualmente in vigore, 3.615,20 euro per le spese sanitarie e 5.164,57 euro per i versamenti alla pensione integrativa.

Claudio Della Monica
Consulente del Lavoro – Della Monica & Partners srl STP