Estratto del Rapporto 2020 | Conciliazione vita e lavoro

 

Nel 2020 il 63,3% delle aziende hanno attuato almeno un’iniziativa nell’area della conciliazione tra la vita personale e il lavoro, con azioni che spaziano da misure organizzative (come flessibilità oraria, permessi e lavoro a distanza) a sostegni alla genitorialità (integrazione dei congedi, convenzioni con servizi per l’infanzia) a facilitazioni per il lavoro (FIGURA 64).

Figura 64

Negli anni il tasso di iniziativa in quest’area ha visto una costante crescita. Nel 2016 era inferiore al 40%, nel 2019 aveva raggiunto il 59,2% e nell’ultimo anno il 63,3%. Il 9,1% delle imprese hanno lanciato nuove iniziative o potenziato quelle esistenti, e il 45% considerano quest’area come prioritaria nelle prospettive di sviluppo a medio termine del welfare aziendale.

Le misure in questo ambito possono essere raggruppate in quattro categorie:
• flessibilità nell’organizzazione del lavoro;
• misure di sostegno alla genitorialità;
• supporti di facilitazione al lavoro;
• altre misure a sostegno dei lavoratori e delle famiglie.

Le misure di flessibilità organizzativa sono le più diffuse (FIGURA 65). Attualmente sono attuate dal 43,3% delle PMI, con una crescita molto sostenuta nei cinque anni: nel 2016 il tasso di iniziativa era del 16%. L’iniziativa più comune, attuata dal 39,1% delle imprese, è la flessibilità degli orari per venire incontro alle esigenze familiari. Si sono diffusi anche il telelavoro, praticato sistematicamente dal 5,5% delle imprese, e lo smart working, che oltre alla possibilità di lavorare a distanza comporta flessibilità per il lavoratore, il cui utilizzo ha raggiunto quota 10,7%. Infine una piccola quota di aziende (0,9%) ha messo a disposizione dei dipendenti servizi salvatempo che vanno dall’assistente aziendale per le faccende personali al disbrigo di pratiche burocratiche e pagamento di bollette a servizi di lavanderia e stireria.

Figura 65

Il secondo ambito riguarda le misure a supporto della genitorialità, attuate nel 2020 dal 23,1% delle PMI, più che triplicate dal 2016 (FIGURA 66). Le iniziative più diffuse, con percentuali molto simili (16,5%), sono l’assegnazione ai genitori di permessi retribuiti aggiuntivi rispetto a quelli garantiti dal contratto e l’integrazione del congedo di maternità. La loro crescita è consistente: il tasso di iniziativa nel 2016 era rispettivamente del 4,2% e del 2,9%.

Figura 65

Restano tuttora poco diffusi altri servizi di supporto alla famiglia come le convenzioni con asili nido o la presenza di asili aziendali (0,4%), le scuole materne, i centri gioco o i doposcuola (0,3%), i sostegni per le babysitter (0,4%). Le aziende offrono ai dipendenti supporti di facilitazione al lavoro con servizi e sostegni economici per i trasporti e i pasti (FIGURA 67).

Figura 67

Le aziende che attivano misure in quest’area sono il 32%, stabili rispetto al 2019. L’iniziativa più diffusa è l’erogazione di buoni pasto aggiuntivi rispetto a quanto previsto dal CCNL, con un tasso di iniziativa del 15%. Si aggiungono le convenzioni con ristoranti e mense del territorio (9%) e le mense interne, presenti nell’8,9% di aziende. Si diffondono l’erogazione di buoni benzina, offerti dall’8,7% delle imprese, e il rimborso di abbonamenti ai mezzi pubblici, da parte del 6,3% (erano l’1,5% nel 2016). Restano poco diffusi i servizi di trasporto realizzati dalla stessa azienda o da più aziende congiuntamente (1,2%) e le convenzioni con servizi di trasporto locale (0,6%).

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Metal.B | Sicuri al lavoro: la lezione del Covid-19

“Facciamo welfare da sempre senza chiamarlo con questo nome così importante. Per me è il minimo indispensabile per far stare bene le persone che lavorano con me.”

– Renato Boscardin, Socio proprietario

 

Metal.B è un’azienda metalmeccanica di precisione che produce conto terzi, specializzata nelle lavorazioni di precisione ad elevata finitura.

L’azienda è rimasta operativa perché appartenente alla filiera alimentare, alla quale fornisce pezzi per il packaging. Solo 15 giorni di chiusura per mettere in sicurezza la sede, con la sanificazione degli uffici e degli spogliatoi attraverso un macchinario acquistato appositamente. Anche le persone sono state formate per sanificare gli spazi una volta al giorno, si è provveduto all’acquisto dei DPI e le mascherine sono state fornite anche per il tempo da trascorrere fuori dall’azienda. Chiusa solo momentaneamente la mensa, un grande orgoglio aziendale, creata per migliorare la qualità della vita del personale, che prima infatti si portava il pasto da casa o mangiava un panino al volo.

Dallo scorso anno è attiva anche una piattaforma dove viene versato il premio di produzione, strutturata in modo da rispondere alle esigenze di ciascuna tipologia familiare, sia che si tratti di giovani single che di madri o padri di famiglia.

I dipendenti, grazie a specifici fondi, hanno inoltre la possibilità di scaricare le spese sanitarie con una piccola quota a loro carico. Da sempre tutti i dipendenti godono della massima flessibilità: non c’è mai stato un orario fisso, ognuno si gestisce in base alle esigenze familiari dalle 7 di mattina alle 18. Anche le impiegate si organizzano in totale autonomia, con piena libertà di scelta su ferie e permessi, l’importante è che una di loro garantisca la presenza e che le scadenze siano rispettate.

L’azienda dà grande rilevanza alla formazione e offre corsi specializzanti di fresatura e tornitura ogni due anni.

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Illumia | Coaching e formazione per supportare lo smart working

“Abbiamo puntato ad accorciare la distanza percepita tra le persone, abbiamo dovuto scoprire una nuova forma di “noi”, così da preservare il nostro più importante valore aggiunto: le relazioni tra di noi.”

– Giulia Bernardi, HR Manager

L’azienda aveva già avviato nel 2019 un progetto pilota molto efficace con risultati estremamente positivi ed incoraggianti, che coinvolgeva una parte della popolazione aziendale e che poi è stato accelerato e portato al 100% nel periodo Covid. Già da fine febbraio l’azienda ha reso operative oltre 200 postazioni lavorative da remoto, allargando lo smart working all’intera popolazione aziendale.

Illumia ha inoltre messo in campo degli strumenti pensati per supportare efficacemente il lavoro da casa, pianificando sessioni webinar di coaching e formazione manageriale individuali e collettive, realizzate per fornire ai responsabili strumenti metodologici concreti e strategie efficaci di lavoro in team da remoto. Sono state inviate ai Manager delle Survey online, prima settimanali e poi bisettimanali, per monitorare l’andamento dello smart working e poter supportare in modo tempestivo i responsabili nel coordinamento del team, nella risoluzione dei problemi tecnici o nella gestione di situazioni delicate.

Durante il lockdown, Illumia ha organizzato via webinar appuntamenti formativi interni rivolti a tutti i dipendenti. Gli incontri, svolti su piattaforma virtuale a cadenza settimanale, sono ideati con lo scopo di approfondire nel dettaglio come operano alcune aree strategiche aziendali, rafforzando l’engagement e il coinvolgimento aziendale a tutti i livelli. A questi appuntamenti si sono aggiunti degli incontri con ospiti d’eccezione del mondo dello spettacolo, dello sport e della musica come Gaetano Curreri degli Stadio e Siniša Mihajlović, allenatore del Bologna FC che hanno voluto lanciare un messaggio di positività, resilienza e coesione ai dipendenti dell’azienda.

L’attivazione dello smart working per i dipendenti con figli e per i pendolari del Gruppo è scattata a partire dai primi segnali di emergenza sanitaria, ben prima che si potesse ipotizzare un lockdown. A seguito della chiusura di scuole e in attesa di indicazioni della Regione, Illumia ha agevolato ulteriormente le famiglie e i pendolari rispetto al programma di Welfare aziendale già in atto.

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Estratto del Rapporto 2020 | Salute e assistenza

Più della metà delle imprese, 52,1%, hanno attivato nel 2020 almeno un’iniziativa nelle aree della sanità integrativa e dell’assistenza. La percentuale è in crescita di oltre 6 punti rispetto al 2019, quando il 45,7% delle aziende offrivano questi servizi, e in netto aumento rispetto al 2016, prima edizione di questa indagine (32,1%). Nell’ultimo anno il 7,8% delle PMI hanno ampliato gli interventi lanciando nuove iniziative e potenziando quelle esistenti. Inoltre è cresciuta considerevolmente la quota di imprese che considerano la salute come un’area prioritaria da sviluppare in futuro nel proprio sistema di welfare: sono 43% nel 2020, erano il 31,5% nella precedente edizione (FIGURA 59).

Figura 59

Le iniziative attivate in quest’ambito possono essere così raggruppate:
sanità complementare;
servizi diretti di prevenzione e di cura;
assistenza ai familiari anziani, ai non autosufficienti e ai bambini.

L’area della sanità complementare è quella che raccoglie tra le imprese il tasso di partecipazione maggiore. Il 42,2% delle PMI hanno attivato almeno una iniziativa di questo settore, contro il 38,6% dell’anno precedente. L’aumento nei cinque anni è importante: nel 2016 il tasso di iniziativa era del 29,2% (FIGURA 60). L’iniziativa principale riguarda i fondi collettivi di categoria istituiti dai CCNL. Vi aderiscono il 26,3% delle imprese e si confermano strumenti fondamentali per garantire coperture integrative a una vasta platea di lavoratori. Oltre ad essi, è rilevante la quota di aziende che hanno sottoscritto polizze sanitarie integrative: 11%, il doppio del 2016. Continua inoltre la diffusione dei fondi aziendali di secondo livello, istituiti dal 5% delle piccole-medie imprese, e dei fondi aperti, ai quali hanno aderito il 2,7% delle imprese.

Figura 60

I servizi di prevenzione e cura attivati dalle aziende per i propri dipendenti sono un’esperienza innovativa, tuttora poco diffusa, ma nell’ultimo anno hanno vissuto una crescita rilevante. Nel 2020, infatti, il tasso di iniziativa in quest’area è quasi raddoppiato rispetto al 2019, passando dall’11,7% al 21,5%. Solo quattro anni fa le aziende attive in questi servizi erano appena il 3,6% (FIGURA 61).

Figura 61

I servizi offerti sono principalmente la prevenzione e il check-up (8,4% delle imprese): screening, esami diagnostici, controlli generali dello stato di salute e iniziative di diagnosi precoce (come pap test, mammografia, controlli alla prostata). Il 2,5% delle imprese hanno implementato in autonomia programmi di prevenzione o hanno aderito a campagne più strutturate con l’obiettivo di promuovere uno stile di vita sano, una corretta alimentazione, l’attività fisica, o di contrastare abitudini dannose come alcolismo e tabagismo. La quota di imprese che si sono dotate di uno sportello medico interno ha raggiunto il 6,5%, era del 3,9% nel 2019. In un anno sono quasi raddoppiate anche le convenzioni con gli studi dentistici, passando nell’ultimo anno dal 3,4% al 6,3%. Infine è cresciuto il numero di PMI che hanno attivato servizi socio-sanitari specialistici come l’assistenza psicologica e servizi di riabilitazione.

Infine, le aziende attuano iniziative di assistenza agli anziani, familiari non autosufficienti e bambini. È un’area ad un livello di sviluppo iniziale, con un tasso di iniziativa del 2,9% (FIGURA 62). L’1,5% delle imprese offrono assistenza a familiari anziani o non autosufficienti, principalmente in forma di rimborsi, mentre il 2,9% prevedono sostegni per le cure specialistiche per i figli e servizi pediatrici.

Figura 62

Ricordiamo che il carico di assistenza agli anziani bisognosi di cura ricade in maniera molto rilevante sulle famiglie. Attualmente i non autosufficienti in Italia sono 3,7 milioni, e tra questi gli anziani sono 2,9 milioni. L’invecchiamento della popolazione e la carenza di un sistema qualificato di assistenza domiciliare fanno di questo tema una priorità per il Paese e per il welfare aziendale.

Figura 63

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