Il welfare come Progetto d’impresa, il successo nasce dall’ascolto dei dipendenti

Giunto alla sua quarta edizione, Welfare Index PMI ha intervistato quest’anno 4.561 piccole e medie imprese italiane, per un totale dal 2016 ad oggi di oltre 15.000 aziende.

Oggi 1 impresa su 2 è attiva in almeno quattro aree di welfare aziendale e sono triplicate in quattro anni le imprese molto attive (in almeno 6 aree) che oggi rappresentano il 19,6% del totale. Il vero salto è avvenuto nell’ultimo anno, con una crescita delle imprese molto attive dal 14,4% al 19,6% (+36%).

La principali evidenze del Rapporto 2019 – Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), che per il quarto anno ha analizzato il livello di welfare è che il welfare ha successo quando è un progetto d’impresa coerente e strategico che parte dall’ascolto dei dipendenti.

Il Rapporto 2019 mette in evidenza il salto di qualità intervenuto nelle imprese che hanno saputo dotarsi di politiche di welfare come progetto aziendale. Gli imprenditori che attivano una strategia coerente e prolungata nel tempo, per il benessere e la soddisfazione dei lavoratori e delle loro famiglie, dichiarano di avere un impatto positivo sulla produttività e anche sulla comunità; tra le aziende aumenta la consapevolezza che benessere sociale e risultati di business crescono di pari passo.

Welfare Index PMI ha monitorato le iniziative di welfare delle imprese, di tutti i settori produttivi e di tutte le classi dimensionali, in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.

Il welfare aziendale in questi anni è riuscito a superare i suoi abituali confini, diffondendosi anche alle piccole imprese. Ovviamente le più grandi restano avvantaggiate, con una quota di imprese molto attive del 71%, ben superiore a tutti gli altri segmenti. Ma nelle imprese di piccola e media dimensione la crescita è stata particolarmente veloce, e in questi tre anni la quota delle molto attive è più che raddoppiata.

Le imprese artigiane sono vicine alle esigenze dei propri dipendenti

L’intervista a Cesare Fumagalli, Segretario Generali di Confartigianato Imprese.

Il settore dell’artigianato si caratterizza in generale per le piccole dimensioni: datore di lavoro e dipendenti lavorano ogni giorno gomito a gomito. L’attenzione per le esigenze dei collaboratori è quindi quasi naturale in un’impresa familiare.

La capacità delle imprese artigiane – ha commentato Cesare Fumagalli – quello su cui stiamo lavorando come Confartigianato, è dare alle imprese una modalità organizzativa per creare economia di scala e consentire di poter disporre per il lavoratore di strumentazione di welfare di cui altrimenti non potrebbe fruire“.

Guarda l’intervista:

Le reti virtuose tra PMI sono uno dei fattori di successo del welfare

L’intervista a Carlo Robiglio, Presidente Piccola Industria e Vice Presidente Confindustria.

Le pmi, sopratutto le piccole e le micro imprese hanno più difficoltà ad attuare programmi di welfare – ha dichiarato Carlo Robiglio – quindi è fondamentale che si possano alleare in una rete virtuosa con altre aziende per costruire sistemi in grado di sviluppare programmi di welfare su misura per le loro esigenze.

Il welfare, infatti, sta diventando sempre più elemento strategico per le imprese, in particolare per le piccole, perché da un lato fidelizza i collaboratori e i dipendenti e dall’altro migliora e aumenta la produttività incidendo positivamente sulla competitività. Inoltre, il welfare incoraggia anche l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro perché le nuove generazioni non cercano solamente il riconoscimento del proprio ruolo lavorativo attraverso lo stipendio. Vogliono far parte di un sistema in cui possano integrarsi, crescere e sviluppare le proprie competenze e la propria professionalità. E in questa partita il welfare diventa fondamentale.”

Guarda l’intervista completa:

Telefisco 2019: tutti i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sul Welfare Aziendale

Moltissimi chiarimenti sul Welfare Aziendale in occasione di Telefisco 2019, il consueto incontro annuale organizzato dalla stampa specializzata con l’Agenzia delle Entrate al fine di aiutare i professionisti a districarsi tra le recenti novità normative su cui spesso regna l’incertezza applicativa.

Crediti foto: Il Sole 24 Ore

Il primo quesito in tema Welfare aziendale a cui hanno risposto i funzionari dell’Agenzia è se il documento attestante la spesa di cui si chiede il rimborso in base all’articolo 51, comma 2, lettera f-bis, Tuir (ad esempio spese d’istruzione, centri ricreativi estivi e invernali) deve essere intestato al dipendente e/o all’avente diritto oppure può essere intestato in alternativa ad altro soggetto (ad esempio altro genitore). La risposta è negativa.

Secondo l’Agenzia, premesso che è necessario che nella documentazione comprovante l’utilizzo delle somme venga indicato il soggetto che ha fruito del servizio e la tipologia dello stesso per verificare se l’utilizzo delle somme sia coerente con le finalità indicate dalla norma, il documento di spesa deve essere intestato esclusivamente al dipendente o al soggetto che ha fruito del servizio, fermo restando che da detto documento di spesa deve sempre e comunque risultare l’indicazione del fruitore del servizio per verificare che lo stesso sia un familiare rientrante nell’articolo 12 del Tuir.

È stato poi chiesto se i pagamenti non riconducibili direttamente al dipendente (in quanto effettuati per il tramite di contanti, carte elettroniche, fatture con addebito automatico) possono formare oggetto di rimborso senza concorrere alla formazione del reddito di lavoro dipendente. La risposta è positiva.

L’essenziale – come già precisato – che dalla documentazione attestante la spesa risulti il soggetto che ha fruito del servizio e la tipologia dello stesso.

Ancora, se possono essere richiesti a rimborso le spese d’istruzione che non danno diritto a detrazione d’imposta (ad esempio scuole non parificate; scuola di counseling; istituto tecnico superiore biennale di preparazione all’Università, corso di abilitazione ad una professione esempio Oss o Asa). La risposta anche in questo caso è positiva.

Secondo l’Agenzia, la norma presenta una formulazione piuttosto ampia, tale da ricomprendere tutte le prestazioni comunque riconducibili alle finalità educative e di istruzione, indipendentemente dalla tipologia di struttura (di natura pubblica o privata) che li eroga e a prescindere dalla sussistenza dei requisiti per poter fruire della detrazione delle spese di istruzione.

Ancora, se in caso di rimborso dell’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale a favore del dipendente o dei suoi familiari a carico vi debba essere corrispondenza tra il numero della tessera dell’abbonamento e le ricevute di pagamento (che solitamente non riportano i dati dell’avente diritto). Nella fattispecie l’Agenzia distingue tra titoli di viaggio nominativi e quelli non nominativi. Nel primo caso, sul titolo di viaggio nominativo devono sempre essere indicate la durata dell’abbonamento e la spesa sostenuta, mentre in caso di emissione o ricarica del titolo di viaggio realizzato in formato elettronico è necessario disporre di documentazione certificativa che contenga le indicazioni essenziali a qualificare il titolo di viaggio nonché ogni altra informazione utile ad individuare il servizio reso (indicazione soggetto utilizzatore, periodo di validità, spesa sostenuta e data di sostenimento della spesa).

Tali requisiti si ritengono soddisfatti anche nel caso in cui detta documentazione, pur non contenendo alcun riferimento esplicito al nominativo dell’avente diritto, sia comunque a lui riconducibile in modo univoco, ad esempio perché contenente il numero identificativo dell’abbonamento allo stesso intestato.

Quanto ai titoli di viaggio non nominativi, il titolo di viaggio andrà conservato e accompagnato da una autocertificazione da parte del dipendente ai sensi del Dpr n. 445/2000, la cui sottoscrizione può non essere autenticata se accompagnata da copia fotostatica del documento di identità del sottoscrittore, in cui si attesta che il titolo di viaggio è stato acquistato per se stesso o per un familiare a carico.

Infine, se si possono ricomprendere tra le spese rimborsabili anche quelle sostenute per l’assistenza svolta da un medico psicologo a favore di un familiare non autosufficiente. Anche in questo caso, la risposta dell’Agenzia è positiva.

Claudio Della Monica
Consulente del Lavoro – Della Monica & Partners srl STP

Welfare Index PMI 2019. Il welfare aziendale fa crescere l’impresa e fa bene al Paese

Il 26 marzo 2019 a Roma, presso il Salone delle Fontane all’EUR sono stati presentati i risultati della quarta edizione del Rapporto Welfare Index PMI, l’indagine più completa sul livello di welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane.

Nel 2019 le imprese Welfare Champion, che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI, sono salite a 68 (più che triplicate rispetto al 2017). Si tratta delle realtà caratterizzate dal sistema di welfare più ampio (per numero di aree attivate) e che si contraddistinguono per numerosità e intensità delle iniziative, grado di coinvolgimento dei lavoratori e impegno economico e organizzativo nel welfare aziendale.

Lavanderia aziendale e spesa a portata di app, poliambulatorio con servizio infermieristico e specialistico a disposizione dei dipendenti e delle loro famiglie, orari flessibili per le mamme e i papà, sostegno alla formazione dei figli dei dipendenti. Sono alcune delle migliori iniziative di welfare premiate nel corso dell’evento, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio.

Di seguito il nome del primo classificato per ogni settore produttivo e le menzioni speciali che sono state assegnate sul palco di Welfare Index PMI 2019. Ogni settimana scopriremo da vicino la Storia di questi Welfare Champion, le imprese con il miglior welfare aziendale del nostro Paese.

Per L’INDUSTRIA, è stata premiata una Fonderia di alta precisione leader mondiale in diverse lavorazioni che ha creato un progetto di cooperazione tra aziende del territorio: la rete PoEMA – Polo Europeo Microfusioni Aerospaziale – nasce per ottimizzare il business ma anche per creare servizi di welfare condivisi ed estesi a tutti i dipendenti: mensa, asilo nido, trasporto e, recentemente, una Borsa di Studio del valore complessivo di 30 mila euro:

1. Europea Microfusioni Aerospaziali Spa di Morra De Sanctis (AV) – “Le imprese scrivono insieme un PoEma”

Per IL COMMERCIO E I SERVIZI, un progetto di welfare completo e articolato costruito con l’ascolto e il contributo dei dipendenti. Molte le iniziative, dalla flessibilità oraria (con “orario mamma” ridotto) fino alle iniziative “salvatempo”, come la lavanderia aziendale e la spesa online con consegna al lavoro. Ma anche convenzioni in ambito sanitario,

ricreativo e culturale e un programma di formazione e sviluppo manageriale:

1. Illumia Spa di Bologna – “Salva il tempo dei propri giovani”

Per L’AGRICOLTURA, in una zona con elevato tasso migratorio, l’azienda agricola calabrese Agrimad si pone come punto di riferimento del territorio. Con l’obiettivo di dare opportunità ai giovani e trasmettere la passione per il lavoro agricolo, ha attivato corsi di formazione sia per i propri collaboratori sia per i figli dei dipendenti:

1. Agrimad società agricola Srl di San Demetrio Corone (CS) – “Tramandare la conoscenza crea occupazione”

Per L’ARTIGIANATO, punto di riferimento per il mercato Bio e Vegan, produce e esporta crema splamabile di vario tipo. L’attenzione alla genitorialità e ai dipendenti con figli è al centro del progetto di welfare aziendale. Particolare attenzione alle donne e alle neo-mamme, ma anche sostegno alle spese mediche e formazione:

1. Deangelis Srl di Gallese (VT) – “La gioia di una famiglia numerosa”

Nella categoria STUDI E SERVIZI PROFESSIONALI, attivo nella consulenza del lavoro, lo studio bresciano adotta modalità evolute di lavoro agile, con un sistema collaborativo che unisce la crescita delle competenze alla responsabilizzazione dei dipendenti. Questi beneficiano di ampia flessibilità (oraria e di maternità), agevolazioni per prestazioni sanitarie, formazione con docenti di alto livello, piattaforma di flexible benefit per servizi mirati sui bisogni dei dipendenti:

1. Studio Sila Tommaso di Brescia – “Un lavoro più agile con l’ufficio in rete”

Per IL TERZO SETTORE il primo classificato è una cooperativa che si occupa di assistenza al disagio minorile e di interventi educativi per minori e famiglie problematiche. Il welfare guarda al sostegno economico dei dipendenti e alla conciliazione vita-lavoro: flessibilità organizzativa e smart-working, integrazione salariale in maternità (fino al 100% dello stipendio),

mutua integrativa e piani di formazione. è:

1. Spazio Aperto Servizi Scs Onlus di Milano – “Essere madri può essere più facile”

Inoltre, sono state assegnate sei menzioni speciali:

AGRICOLTURA SOCIALE a Azienda agricola Rondi Maria Elena di Pavia – “La felicità galoppa per tutti”

SALUTE E ASSISTENZA a Selle Royal Spa di Pozzoleone (VI) – “In sella, più sani e più felici ”

CONCILIAZIONE VITA E LAVORO a UMBRAGROUP Spa di Foligno (PG) – “Il Campus estivo per i figli dei dipendenti”

GIOVANI, FORMAZIONE, SOSTEGNO ALLA MOBILITÀ SOCIALE a Welcome Italia Spa di Massarosa (LU) – “Andare al lavoro in modo smart”.

WELFARE AL FEMMINILE a La Grande Casa Società Cooperativa Onlus di Sesto San Giovanni (MI) – “Dai retta alla mamma”.

Infine quest’anno il Premio Speciale del Comitato Guida è stato assegnato a Mazzucchelli 1849 Spa di Castiglione Olona (VA), nata come piccolo opificio e oggi leader nel suo settore, è un’azienda familiare alla sesta generazione. Nella sua lunga storia ha creato un legame indissolubile con la propria comunità, contribuendo alla costruzione di scuole, strade, abitazioni e un museo. Fiore all’occhiello è un poliambulatorio interno rivolto ai dipendenti, alle loro famiglie e ai pensionati ex-lavoratori.

Di seguito il video intervista.

Non solo benessere ma anche strade, scuole, ambulatori…

“L’azienda viene fondata da una famiglia che sente profondamente la necessità di instaurare un legame importante con i dipendenti.”

– Giovanni Cassataro, Group HR Director

Da sei generazioni si prende cura del territorio e della comunità: ha costruito un Poliambulatorio per lavoratori, familiari e pensionati.

Credit: www.mazzucchelli1849.it

Mazzucchelli 1849, da piccolo opificio oggi è un’azienda leader a livello mondiale nella produzione dell’Acetato di Cellulosa, un materiale plastico di origine vegetale utilizzato soprattutto per la realizzazione delle montature degli occhiali. Alla guida ci sono la quinta e la sesta generazione della famiglia con la stessa “filosofia di impresa”: eccellere in innovazione e qualità, esaltando i valori della tradizione e della artigianalità.

Nella sua storia centenaria Mazzucchelli ha saputo coniugare radicamento al territorio e internazionalizzazione, artigianalità, Made in Italy e innovazione. Da sempre il benessere dei dipendenti è un elemento chiave per l’azienda che ha assunto un ruolo importante per tutta la comunità: ogni progetto di welfare nasce per rispondere alle esigenze specifiche del territorio e di ogni lavoratore, partendo dai bisogni della comunità. Fiore all’occhiello di questa politica di welfare è la costruzione del Poliambulatorio con servizio infermieristico e specialistico nato già trentanni fa allo scopo di migliorare la qualità della vita non solo dei dipendenti ma anche delle loro famiglie e dei pensionati ex lavoratori dell’azienda, rispondendo ad un bisogno prioritario della comunità di riferimento.

La struttura è andata via via consolidandosi e offre servizi gratuiti. Ad oggi sono presenti i reparti di cardiologia, ginecologia, medicina generale odontoiatria e oculistica.

Fin dalle sue origini, l’azienda si è impegnata nella costruzione della rete stradale, delle scuole, di un vero e proprio centro di formazione professionale, l’Istituto tecnico Mazzucchelli, rimasto attivo fino al 1968 e abitazioni anche ad uso dei dipendenti.

Oggi l’azienda è entrata a far parte della rete Giunca, la prima rete di imprese in Italia dedicata al welfare.

Il successo dei progetti nasce dall’ascolto dei dipendenti

Le imprese che hanno più successo sono quelle che sviluppano il welfare come un progetto strategico che parte dall’ascolto delle esigenze dei dipendenti per individuare i bisogni principali dei lavoratori e delle loro famiglie e concentrare le iniziative sugli obiettivi con il più alto impatto sociale.

Per questo è importante il coinvolgimento, per definire le priorità e progettare iniziative aziendali il cui valore sia evidente. Abbiamo già osservato che le imprese più attive sono quelle in cui è cresciuta maggiormente la consapevolezza dei propri obiettivi sociali.

Queste imprese si sono differenziate anche per il modo in cui hanno gestito le iniziative, curando maggiormente il coinvolgimento dei lavoratori: 71,2% contro una media del 51,6%. Ciò determina due conseguenze importanti: le stesse imprese riscuotono dai propri dipendenti un maggiore gradimento (55,4% contro una media del 33,4%), e ottengono risultati di business decisamente migliori.

Le aziende molto attive hanno infatti registrato effetti positivi del welfare aziendale sulla produttività del lavoro nel 63,9% dei casi, contro una media del 36,3%, e sull’immagine e sulla reputazione aziendale nel 72,5% dei casi, contro una media del 42,4%.

Scarica il Rapporto 2019 di Welfare Index PMI.

I 68 Welfare Champion 2019!

Il 26 marzo 2019 a Roma, presso il Salone delle Fontane all’EUR sono stati presentati i risultati della quarta edizione del Rapporto Welfare Index PMI, l’indagine più completa sul livello di welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane.

Nel 2019 le imprese Welfare Champion, che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI, sono salite a 68 (più che triplicate rispetto al 2017). Si tratta delle realtà caratterizzate dal sistema di welfare più ampio (per numero di aree attivate) e che si contraddistinguono per numerosità e intensità delle iniziative, grado di coinvolgimento dei lavoratori e impegno economico e organizzativo nel welfare aziendale. Dal 2016 al 2019 le PMI molto attive sono passate dal 7,2% al 19,6%.

Ogni settimana vi racconteremo la storia di uno dei 68 Welfare Champion!