Il commento del nostro esperto | L’iniziativa di Selle Royal

L’iniziativa di Welfare Aziendale promossa da Selle Royal rientra nella fattispecie contemplata dall’art. 51, comma 2, lett. f) del TUIR che recita:

Non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente:
f) l’utilizzazione delle opere e dei servizi riconosciuti dal datore di lavoro volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, offerti alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti e ai familiari indicati nell’articolo 12 per le finalità di cui al comma 1 dell’articolo 100.

A sua volta l’art. 100, comma 1, del TUIR stabilisce che: le spese relative ad opere o servizi utilizzabili dalla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi.

Tra le finalità richiamate dall’art. 51, comma 2, lett. f) vi sono quelle ricreative che sono esattamente applicabili alla fattispecie. Tanto premesso, le condizioni affinché il valore economico dell’iniziativa ricreativa di Selle Royal non costituisca reddito di lavoro dipendente sono:

1) che i corsi di yoga e pilates siano offerti a tutti i dipendenti o categorie di dipendenti;

2) che il relativo costo sia sostenuto direttamente e interamente dalla società datrice di lavoro.

Per quanto riguarda il primo punto, il fatto che solo una parte dei dipendenti partecipino all’iniziativa non inficia l’agevolazione della non concorrenza al reddito di lavoro dipendente. In merito al secondo punto, la precisazione serve a chiarire che sono esclusi ogni forma di rimborso ai dipendenti partecipanti per spese eventualmente sostenute, nonché indennizzi in denaro ai non partecipanti. Anche la circostanza che le sessioni di yoga e di pilates vengano svolte durante o fuori dall’orario di lavoro non è determinante.

È evidente che nel primo caso il dipendente risulterà comunque retribuito sulla base del suo stipendio orario o giornaliero, nel secondo caso no.

Dal punto di vista aziendale, se l’iniziativa di Welfare è frutto di un contratto sindacale oppure di un regolamento aziendale a carattere negoziale, le relative spese sostenute (organizzazione dei corsi, utilizzo spazi, istruttore) sono deducibili per intero dal reddito d’impresa. Viceversa, se l’iniziativa risulta inquadrabile tra le cd liberalità datoriali, allora le spese sono deducibili solo nella misura del 5 per mille delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultanti a bilancio.

Claudio Della Monica
Consulente del Lavoro – Della Monica & Partners srl STP

Guida pratica al welfare aziendale | Come attivare le lezioni di yoga e pilates in azienda

– GUIDA PRATICA AL WELFARE AZIENDALE –

Le lezioni di yoga e pilates in azienda. Come si attivano spiegato in maniera semplice da Selle Royal

Selle Royal è un’azienda fondata nel 1956 da Riccardo Bigolin a Pozzoleone (VI) per la produzione e commercializzazione di sellini per biciclette, oggi gruppo internazionale di brands premium nel settore della bicicletta per selle, accessori e prodotti per biciclette e ciclisti, tra cui i marchi: fizik, Brooks England, Crankbrothers e Pedaled.

L’azienda per il suo headquarter italiano ha ricevuto la Menzione speciale Salute e Assistenza Welfare Index PMI 2019. Monica Savio Corporate Communication and People Development ci spiega passo dopo passo come attivare delle sessioni sportive in azienda. “Prima di partire con qualsiasi attività e iniziativa di welfare è fondamentale capire se fa parte dell’identità e dei valori dell’azienda. Selle Royal opera nel ciclismo e abbiamo deciso di promuovere il benessere e lo sport anche all’interno dell’azienda con una proposta concreta settimanale per tutti i nostri dipendenti” .

LE SESSIONI DI YOGA E PILATES IN AZIENDA

1. La Survey Interna

Ogni anno Selle Royal crea una survey interna che coinvolge tutti i dipendenti a cui viene anche chiesto di proporre delle iniziative. Attraverso questa indagine è emerso il desiderio di creare delle sessioni in azienda dedicate allo sport e al benessere, in particolare yoga e pilates.

2. L’orario delle sessioni di yoga e pilates

La difficoltà maggiore è stato trovare un orario che potesse conciliare nel migliore dei modi possibili le esigenze di una popolazione aziendale molto vasta ed eterogenea composta in tutto da circa 350 dipendenti di cui 230 in produzione e 120 in ufficio. È stato dunque studiato un orario che potesse essere comune tra tutti i differenti turni e tutte le tipologie di inquadramento con una sessione dalle 12 alle 13 durante la pausa pranzo ed una dalle 18 alle 19, al termine del consueto orario lavorativo.

3. L’insegnante dei corsi

Si tratta di un’istruttrice accreditata esterna all’organizzazione aziendale, collaboratrice di una palestra vicina allo stabilimento. Una nostra risorsa monitora a fini statistici la partecipazione interna e coordina la logistica (comunicazioni, preparazione stanza, ect..) per capire quanto questa iniziativa è seguita e apprezzata.

4. La liberatoria e la sicurezza negli spazi interni all’azienda

I partecipanti firmano un’autodichiarazione di stato di buona salute su un modulo fornito dalla palestra.

5. Coinvolgimento di più risorse

Coinvolgimento anche delle RSPP, HSE, legale interno, servizi generali visto che c’è anche una tematica di sicurezza sul posto di lavoro e degli accessi in azienda.

Difficoltà: Media

Costo per l’azienda: Sostenibile

Partecipazione: 70 persone, circa il 25% del totale

Vantaggi: Promozione concreta dello sport tra i dipendenti che possono svolgere attività fisica negli spazi aziendali, provvisti anche di docce

Leggi il commento del nostro esperto sull’iniziativa di Welfare Aziendale promossa da Selle Royal.

Qui sotto la video intervista.

Estratto Rapporto Welfare Index PMI | L’agricoltura sociale

Welfare Index PMI riserva una sezione speciale alle organizzazioni attive nell’ambito dell’agricoltura sociale.

Photo by Elaine Casap on Unsplash

Al pari delle tre edizioni precedenti, è stata condotta un’indagine ad hoc su queste realtà, parallela a quella generale, svolta con il supporto di Rete Fattorie Sociali e a cui hanno preso parte 43 organizzazioni. I soggetti dell’agricoltura sociale declinano il welfare aziendale in un’accezione specifica e originale: attraverso l’attività agricola (coltivazione, allevamento, attività connesse), attivano una serie di iniziative con l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa e il benessere psicofisico e sociale delle persone, soprattutto quelle svantaggiate.

Le macro-aree di azione sono quattro:

inserimento socio-lavorativo di persone in condizione di fragilità: è praticato dal 72,1% delle realtà intervistate;

attività educative e ludico-ricreative, 67,4%: rientrano molteplici iniziative, dai progetti di educazione ambientale e alimentare alla salvaguardia della biodiversità alle fattorie sociali e didattiche;

area socio-assistenziale, 58,1%: prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali per promuovere lo sviluppo di capacità e di inclusione sociale;

area socio-sanitaria, 32,6%: prestazioni e servizi a supporto delle terapie mediche, psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati.

Il 21% dei partecipanti presidiano tutte e quattro le aree, un ulteriore 23% tre aree, il rimanente 56% una o due aree. Le attività tipiche dell’agricoltura sociale sono rappresentate nella figura 71.

Oltre all’inclusione socio-lavorativa (72,1% degli intervistati), sono presenti attività diurne per persone svantaggiate (62,8%), iniziative di educazione ambientale (58,1%), formazione per persone svantaggiate (53,5%), attività di coterapia (53,5%), iniziative di turismo agricolo-sociale (48,8%).

Un numero cospicuo di queste realtà organizza fattorie didattiche e centri estivi, un numero inferiore offre accoglienza residenziale o servizi di asilo nido. La platea di persone cui si rivolgono i soggetti dell’agricoltura sociale è molteplice: innanzitutto disabili psichici e fisici, ma anche minori in situazioni di disagio, immigrati e rifugiati, ex detenuti, disoccupati di lungo corso e persone con problemi di dipendenza da alcol o droghe.

Il 44% delle organizzazioni impiegano lavoratori extracomunitari, in alcuni casi anche rifugiati politici, di cui spesso favorisce l’integrazione sociale attraverso formazione linguistica, mediazione culturale, supporto burocratico e orientamento, accoglienza residenziale. L’agricoltura sociale attiva reti e relazioni sul territorio: il 28% dei soggetti intervistati operano in collaborazione con associazioni, il 26% con istituzioni pubbliche, il 18% e il 16% rispettivamente con cooperative di tipo A (servizi alla persona) e B (inserimento lavorativo).

Inoltre, queste realtà partecipano attivamente alla vita comunitaria in vari modi, ad esempio partecipando a eventi ricreativi e culturali o supportando iniziative di volontariato.

Leggi il rapporto completo qui.

Colle d’oro: una grande famiglia del mondo

“Quello che ci contraddistingue sono le iniziative di integrazione sociale e culturale. Lo facciamo per stare bene, per una forma di rispetto reciproco.”

– Carmelo Calabrese, Direttore Commerciale

L’azienda considera l’integrazione, la correttezza e la trasparenza fra i dipendenti alla base del successo professionale.

Credits: www.colledoro.com

L’azienda agricola Colle d’oro, fondata nel 1974, si occupa di produzione e commercializzazione orto-frutticola. Oggi è un’importante realtà agricola siciliana specializzata nella produzione di ortaggi in serra e in pieno campo con un calendario produttivo che va da settembre a giugno.

L’azienda, che si configura come un’organizzazione di produttori, commercializza i propri prodotti sia in Italia sia all’estero. L’azienda si contraddistingue per una particolare attenzione ai temi dell’integrazione sociale e culturale, elementi considerati alla base del successo professionale.

La gestione del personale è improntata a correttezza e trasparenza, caratteristiche che si rispecchiano anche sui luoghi di lavoro abbelliti con targhe, foto del personale impiegato, pannelli con frasi e poesie in tre lingue: italiano, inglese e arabo. Colle d’Oro pone grande attenzione all’inserimento sociale e culturale, sostenendo l’integrazione dei circa 200 dipendenti stranieri, cercando di aiutarli al meglio per adattarsi alle nuove condizioni, creando anche gruppi di lavoro misti e feste aziendali ad esempio per la Vigilia di Natale, con l’obiettivo di creare il clima di una grande famiglia. Attenzione anche all’area della conciliazione vita e lavoro con una serie di iniziative che rispondano alle esigenze dei dipendenti: ad esempio flessibilità oraria quando possibile, permessi aggiuntivi per maternità e paternità, servizio di trasporto aziendale.

Da segnalare anche l’attenzione all’impatto ambientale: in azienda vengono infatti applicati modelli colturali che mettono in pratica principi e metodi sostenibili rispettosi delle risorse naturali quali acqua, fertilità del suolo, biodiversità, senza l’utilizzo di sostanze chimiche inquinanti.

L’azienda ha partecipato alla convezione di un pulmino per disabili e si occupa della ristrutturazione di parchi e giardini locali. L’azienda considera l’integrazione, la correttezza e la trasparenza fra i dipendenti alla base del successo professionale.

Essere madri può essere più facile

La cooperativa pone massima attenzione alla questione della maternità, offrendo la più totale flessibilità alle neo-mamme.

Spazio Aperto Servizi è una cooperativa, nata nel 1993, e si occupa di servizi nell’area del disagio minorile, con particolare attenzione al tema del trauma e dell’abuso minorile e degli interventi educativi in favore di minori e famiglie problematiche. Tra i principali obiettivi delle iniziative di welfare, il sostegno economico al reddito dei dipendenti.

L’80% delle dipendenti sono donne e perlopiù in part-time. Molto spazio dunque alla flessibilità lavorativa e all’integrazione salariale durante la maternità per il raggiungimento del 100% dello stipendio. Per le operatrici che svolgono i vari servizi sul territorio è prevista inoltre l’interruzione lavorativa appena scoprono di essere incinte. Al rientro dalla maternità, è previsto il ricollocamento lavorativo presso strutture differenti qualora venisse richiesto.

In generale tutte le persone possono usufruire dell’elevata flessibilità organizzativa con la possibilità di scegliere lo smart-working alcuni giorni alla settimana. Da un anno ha preso avvio la sperimentazione di una figura di Welfare Manager interno all’ufficio risorse umane.

In ambito formativo, un programma articolato di corsi sia di tipo trasversale che specialistico e la copertura sanitaria e assistenziale è polivalente: oltre al fondo di categoria anche una mutua integrativa a rimborso/scontistica, spesata dalla cooperativa per il 50%. Attiva anche una convenzione con un poliambulatorio al fine di arricchire la gamma di prestazioni offerte ai dipendenti dando loro degli sconti rilevanti. Molto importante è l’iniziativa che prevede di poter usufruire per i propri familiari (minori o non autosufficienti) dei servizi offerti dalla cooperativa con sconti che vanno dal 15 al 30%.

Attivo anche un rimborso integrale dell’abbonamento ai mezzi pubblici di Milano e convenzioni di vario tipo con sconti vantaggiosi per servizi ludico/ricreativi, negozi, assicurazione auto e casa.

Guarda il video: