Corriere del Trentino: Welfare, le imprese voltano pagina

Anche il Trentino punta sul welfare aziendale, con vantaggi positivi per tutto il territorio.

Lo conferma la rete creata da Confindustria Trento a Marzo 2017, Welfare Trentino, a cui aderiscono 11 aziende con la possibilità per i dipendenti di usufruire di diversi servizi.

Qui trovi l’ articolo di Montanari sul Corriere del Trentino.

Abbonamenti ai mezzi pubblici inclusi nel welfare con la nuova legge di bilancio 2018

Ancora passi avanti nell’ultima Legge di Bilancio in materia di Welfare aziendale, esteso a comprendere anche l’erogazione o il rimborso di somme effettuato dal datore di lavoro per l’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.

In base al comma 28 dell’articolo unico della legge di bilancio 2018 (n. 205 del 27/12/2017) non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente “le somme erogate o rimborsate alla generalità o a categorie di dipendenti dal datore di lavoro o le spese da quest’ultimo direttamente sostenute, volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto, di accordo o di regolamento aziendale, per l’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale del dipendente e dei familiari indicati nell’articolo 12 che si trovano nelle condizioni previste nel comma 2 del medesimo articolo 12”.

Il datore di lavoro è quindi autorizzato a erogare somme in denaro senza alcun limite per consentire al dipendente o a un suo familiare l’acquisto dell’abbonamento, oppure a rimborsarlo a fronte della spesa da questi sostenuta, con la precisazione che in entrambi i casi devono essere acquisiti e conservati i relativi giustificativi a supporto.

Ad esempio se il lavoratore è titolare di uno o più abbonamenti (uno per il trasporto pubblico locale e uno per quello regionale) per un importo di 100 euro mensili, potrà risparmiare 1.200,00 euro l’anno se rimborsato dal datore di lavoro, che a sua volta risparmierà più del doppio rispetto al “normale” stipendio in busta paga e potrà comunque dedursi integralmente la spesa sostenuta.

Il benefit deve in ogni caso essere offerto alla generalità o categorie di dipendenti, intendendo per tali tutti i dipendenti di un certo tipo (ad es. tutti i dipendenti di un certo livello o di una certa qualifica, ovvero tutti gli operai del turno di notte ecc.), purché tali inquadramenti siano sufficienti a impedire, in senso teorico, che siano concesse erogazioni “ad personam” in esenzione totale o parziale da imposte.

Inoltre l’erogazione o il rimborso di somme può avvenire volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto, di accordo o di regolamento aziendale, senza limitazioni di sorta relativamente all’integrale deducibilità della spesa dal reddito del datore di lavoro, considerato che il vincolo del 5 per mille delle spese per prestazioni di lavoro dipendente individuato dal 1° comma dell’art. 100 del TUIR opera esclusivamente per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto.

Infine, risultano inclusi nell’agevolazione anche i familiari del dipendente, anche se solo quelli fiscalmente a carico. Quindi non concorre a formare il reddito anche il rimborso effettuato dal datore di lavoro per l’abbonamento ai trasporti del figlio del proprio dipendente.

Claudio Della Monica
Consulente del Lavoro – Della Monica & Partners srl STP