Il commento del nostro esperto | L’iniziativa di UmbraGroup

UmbraGroup ha deciso di promuovere un piano di Welfare Aziendale a favore del proprio personale dipendente mediante ricorso ad una piattaforma informatica che consente di allocare il credito Welfare assegnato a ogni dipendente tra più servizi selezionati.

Tra questi servizi, l’iniziativa del Campus estivo a favore dei figli dei dipendenti è quella che più sta riscuotendo successo tra il personale. In questo caso, a differenza degli altri servizi offerti dalla piattaforma, UmbraGroup ha deciso di scendere direttamente in campo, facendosi parte attiva nell’individuazione di un provider esterno scelto in base alle caratteristiche dei potenziali utenti.

Ciò premesso, la fattispecie in esame rientra fiscalmente nel perimetro della lettera f-bis) del comma 2 dell’art. 51 del TUIR che recita:

Non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente: f-bis) le somme, i servizi e le prestazioni erogati dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per la fruizione, da parte dei familiari indicati nell’articolo 12, dei servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari.

Non concorrono pertanto a formare il reddito di lavoro dipendente nè le somme rimborsate ai dipendenti a fronte delle spese sostenute per l’iscrizione dei figli al campus aziendale, nè eventuali spese sostenute direttamente dal datore di lavoro per consentire l’usufruizione del servizio. Ciò in quanto l’art. 51, comma 2, lett. f-bis, a differenza della lett. f), specifica che non costituiscono reddito non solo” i servizi e le prestazioni” erogati dal datore di lavoro ma anche le “somme” (intese come rimborso di spese sostenute dai dipendenti).

Dal punto di vista aziendale, se la suddetta iniziativa di Welfare è frutto di un contratto sindacale oppure di un regolamento aziendale a carattere negoziale, le relative spese rimborsate ai dipendenti oppure sostenute direttamente dal datore di lavoro per l’iscrizione al Campus estivo sono deducibili per intero dal reddito d’impresa.

Viceversa, se l’iniziativa risulta inquadrabile tra le cd liberalità datoriali, allora le spese sono deducibili solo nella misura del 5 per mille delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultanti a bilancio.

Leggi l’articolo dedicato alle iniziative di Welfare di UmbraGroup.

Claudio Della Monica
Consulente del Lavoro – Della Monica & Partners srl STP

UmbraGroup | Come attivare il campus estivo per i figli dei dipendenti

Il Campus estivo per i figli dei dipendenti. Come si attiva spiegato in maniera semplice.

Il Professor Carlo Odoardi Direttore Risorse Umane, Elisa Fagioli e Alessandra Bordoni – Risorse Umane di UmbraGroup, Menzione speciale Conciliazione vita e lavoro Welfare Index PMI 2019 (leggi qui la best practice) ci spiegano come attivare il campus estivo per i figli dei dipendenti, un’iniziativa che in UmbraGroup esiste da ben 10 anni.

L’azienda ha sede a Foligno (PG) ed è un’eccellenza nella fornitura di viti a ricircolo di sfere e soluzioni ad elevata tecnologia destinate al settore aerospaziale, industriale e tecnologico.

– COSA FARE STEP BY STEP IL CAMPUS ESTIVO DI UMBRAGROUP –

Durata: 3 mesi. Soluzione Modulare, minimo 4 settimane anche non consecutive

N. Bambini coinvolti Estate 2019: 54

Contributo dipendente: 50 euro a settimana

Costo aziendale: 40mila per circa 50/60 bambini

Popolazione aziendale: 723 dipendenti, iniziativa aperta anche al personale con contratto di somministrazione.

1. Mappatura esigenze

Si è partiti dall’ascolto attivo dei dipendenti con una survey interna e dall’osservazione di dati, ovvero l’aumento delle richieste di cambio orario o ferie nei mesi estivi per esigenze di cura dei figli.

2. Ideazione del Campus

2.1. Indispensabile capire e analizzare i potenziali utenti del servizio, in particolare: età dei bambini (da raggruppare eventualmente in fasce), eventuali soggetti con disabilità psichiche o motorie, residenza/domicilio.

2.2. Valutare i servizi già presenti sul territorio. Nel caso i potenziali utenti del servizio siano pochi, l’azienda può valutare di stipulare una convenzione con una o più strutture già esistenti che possono essere in prossimità dell’azienda o lungo il percorso casa-lavoro dei dipendenti. In questo caso saranno i dipendenti a scegliere la struttura migliore per le proprie esigenze.

3. Ricerca di un Provider di Servizi

UmbraGroup, anche per mantenere maggior controllo sull’iniziativa, ha deciso di coordinare internamente l’iniziativa selezionando un provider di servizi, scelto in base alle caratteristiche degli utenti potenziali del servizio.

Alcuni aspetti da considerare:

3.1. Specializzazione del fornitore: scegliere organizzazioni con esperienza nel campo dell’assistenza all’infanzia. È preferibile che il personale sia preparato anche nella gestione di bambini con difficoltà motorie o di relazione.

3.2. Possibilità per l’azienda di definire in accordo con il fornitore i contenuti delle attività ludiche e ricreative, per proporre ai bambini gli stessi messaggi aziendali che i genitori trovano nel proprio ambiente di lavoro (ad esempio l’importanza della nutrizione e dello sport).

3.3. Tutte le attività devono essere declinate con contenuti ad hoc per ogni fascia d’età.

4. L’importanza della scelta del luogo

La scelta del luogo dove attivare il centro estivo è molto importante per la riuscita dell’iniziativa, vanno valutati in particolare:

4.1. Rispetto delle normative igieniche e di sicurezza della struttura

4.2. Accessibilità (presenza di barriere architettoniche, struttura su uno o più livelli, parcheggio per i genitori etc..)

4.3. Possibilità di preparare i pasti in loco: se la struttura dispone di una cucina i pasti possono essere preparati e serviti sul posto, in alternativa, va selezionato un fornitore per i pasti con cui concordare un menù settimanale.

4.4. Fruibilità da parte dei bambini: presenza di spazi adeguati alle attività sia all’esterno che all’interno, presenza di strutture ricreative nelle vicinanze o all’interno della struttura stessa (piscina, campi da gioco)

4.5. Posizione: la struttura scelta dovrebbe essere in prossimità dell’azienda, per evitare che i genitori debbano fare lunghe deviazioni dal percorso casa-lavoro.

UmbraGroup ha scelto di alternare due strutture per la durata del campus, una nei pressi dell’azienda ma dentro la città, e una in campagna. Quando il campus si svolge in questa seconda location l’azienda mette a disposizione un servizio di trasporto che parte dall’azienda verso il campus e che riporta i bambini dal campus all’azienda alla fine della giornata.

5. Comunicare l’iniziativa

5.1. L’iniziativa va comunicata in tempo utile ai genitori per permettere di pianificare le attività estive

5.2. La comunicazione deve essere chiara nel definire costi, modalità di iscrizione, referente aziendale

5.3. Periodicamente va comunicato a tutti i dipendenti il programma delle attività per tenere informato chi ha già iscritto i propri figli e per presentare l’iniziativa anche a chi non è direttamente coinvolto

6. Misurare il gradimento e migliorare

Mantenere un contatto costante con i genitori consente di raccogliere molti spunti di miglioramento e di gestire le possibili criticità nella fase iniziale. Il ruolo del referente aziendale è fondamentale nel raccogliere le osservazioni dei genitori e trasformarle in idee si miglioramento. Periodicamente possono essere fatte anche delle survey interne per raccogliere le opinioni e i suggerimenti dei genitori in maniera più strutturata. Il miglioramento può partire anche dall’azienda stessa, come è avvenuto con l’introduzione della piattaforma di welfare aziendale che permette ai dipendenti di chiedere a rimborso le spese sostenute per l’iscrizione al campus aziendale.

Il campus estivo infatti rientra nelle “spese per istruzione non universitaria” (Ludoteca capitolo di spesa che il TUIR ammette a rimborso tramite welfare, leggi l’articolo del nostro esperto).

I consigli di UmbraGroup

L’azienda ha deciso di gestire il progetto in maniera trasversale, anche se il progetto è sempre rimasto sotto la gestione dell’HR, ha visto coinvolte risorse diverse che hanno arricchito il progetto con le loro competenze specifiche. L’impegno più grande è la parte di segreteria dedicata a raccogliere le iscrizioni e coordinare le attività con il fornitore del servizio. Il referente HR per il campus aiuta anche i dipendenti a richiedere il rimborso delle spese sulla piattaforma welfare.

Tempo di attivazione: da 6 mesi fino a un massimo di 10/12 mesi nel caso in cui l’azienda abbia bisogno di attivare una rete d’impresa

Difficoltà: medio-alta

Misurabilità dell’Iniziativa: riduzione assenteismo nei mesi estivi, maggiore serenità da parte dei dipendenti.

Salute e assistenza | Focus Rapporto 2019 di Welfare Index PMI

L’ambito dell’assistenza a familiari anziani non autosufficienti e bambini, si trova ancora in una primissima fase si trova ancora in una primissima fase di sperimentazione: appena il 2,2% delle PMI hanno attivato iniziative, una quota in aumento rispetto all’1,7% dello scorso anno. In dettaglio:

• l’1,3% delle imprese offrono assistenza a familiari anziani e/o non autosufficienti, principalmente in forma di rimborsi;
• l’1,2% prevedono sostegni per le cure specialistiche per bambini e i servizi pediatrici.

Il tema della non autosufficienza è certamente uno dei più critici e problematici:

• le persone non autosufficienti o disabili in Italia sono 3,6 milioni, di cui 2,9 milioni di età superiore a 65 anni (figura 56);
• si tratta di un fenomeno destinato inevitabilmente ad ampliarsi a causa dell’invecchiamento della popolazione;
• l’impatto della non autosufficienza è molto rilevante e ricade in larghissima misura sulla famiglia, come aggravio sia economico sia personale;
• l’offerta di servizi è polverizzata, disomogenea e spesso – sul versante dei servizi residenziali – non qualificata.

Leggi il Rapporto 2019 completo qui.

Rondi Maria Elena | La felicità galoppa per tutti

“Non vengono fatte differenze di età, genere, razza, religione o livello culturale:
un’unica grande struttura in cui tutti possono sentirsi a Casa.”

– Maria Elena Rondi, Titolare

L’azienda agricola ospita anche un’associazione che si occupa di riabilitazione equestre per bambini e adulti con fragilità.

 

Credits: www.coltiviamoagricolturasociale.it

L’azienda agricola Rondi Maria Elena nasce nel 2006 dopo l’acquisto di un terreno agricolo su cui è stata costruita anche la struttura che ospita le attività della Sogni e Cavalli Onlus, un’Associazione fondata nel 2001 insieme a volontari e a 15 famiglie con figli disabili.

Nel 2016 è stato costruito l’attuale centro che comprende scuderia, struttura coperta, campo esterno, paddocks, uffici, spogliatoi, servizi, locali comuni, parcheggio, parco giochi, area pic-nic, orto e bosco.

L’azienda coltiva l’orto, si dedica all’accudimento dei cavalli e si impegna nelle attività di riabilitazione equestre verso persone con disagio sociale e socio-economico, minori provenienti da situazioni familiari difficili, persone con problemi o esiti di dipendenze, minori e adulti con precedenti penali, in collaborazione con le strutture territoriali. I prodotti dell’orto, fiori e piante, sono raccolti e venduti direttamente al dettaglio o in occasione di fiere e manifestazioni locali insieme al miele. I primi frutti dell’orto sono stati ottenuti in collaborazione con un ex detenuto in borsa lavoro e con tre ragazzi di un Liceo professionale spagnolo da noi in tirocinio lavorativo.

Le attività più importanti sono da un lato quelle nel campo delle attività integrate e adattate con i cavalli che coinvolgono tutte le fasi: dall’accudimento alla messa in sella, allo sport a livello agonistico a livello paraolimpico o promozionale per persone con disabilità intellettiva e relazionale; dall’altro, le attività orto-florovivaistiche e di gestione e cura dell’azienda agricola.

Attualmente l’azienda collabora con due organizzazioni di volontariato all’interno di un progetto co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e promosso dalla Regione Lombardia che ha per destinatari i minori stranieri in difficoltà.

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